H – Spettacolo della Crisalyde – Monologo di Matteo Paino
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Giovedì 10 Maggio alle ore 21.30 al B-FOLK – via dei Faggi 120/a
H1 e H2, due medici di un grande ospedale, si ritrovarono d’improvviso in un piccolo ufficio sottoterra, costretti ad archiviare e occultare senza sosta pratiche ospedaliere.
Non sappiamo cosa sia successo. Chi o cosa stia tenendo in mano le redini della loro vita. Non lo sanno neanche loro, ma non c’è tempo di fare domande. Non c’è tempo di ascoltare risposte. E, comunque, non c’è nessuno a cui chiedere. Le imposizioni arrivano “dall’alto”. I padroni sembrano invisibili e invincibili. Forse bisogna opporsi. Forse è pericoloso farlo. Forse bisogna trovare il coraggio di esporsi e opporsi. Forse è meglio voltare il viso dall’altra parte e vivere cent’anni tanto, “è un lavoro come un altro”.
In questo turbinio di domande e silenzi, uno dei protagonisti decide di ribellarsi. E intanto che l’omertà avanza, si sprofonda sempre più a fondo nell’ingiustizia e nell’infelicità. Ci si abitua a tutto. Non ci si accorge più del male di cui diveniamo complici.
Lo spettacolo nasce dal lavoro di ricerca dell’attore Matteo Paino. La drammaturgia originale, prendendo spunto dalle atmosfere dei classici di Franz Kafka, costruisce una moderna situazione di ingiustizia e di soffocamento esistenziale nel mondo del lavoro, all’interno di un ospedale e delle sue complesse meccaniche.
Un monologo denso di significati, costruito per denunciare le molte ingiustizie della mala-sanità, la struttura gerarchica e la meccanica del mobbing così presenti oggi, l’omertà nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità ed il dramma, di pura attinenza kafkiana, dello scacco matto tra rispetto del potere (seppur immotivato ed ingiusto) e ribellione e rinnovamento (seppur pericolosi e caotici). La Regia stringe così l’attore in una gabbia psicologica, di oggetti (creati dallo scenografo Domenico Latronico), di costumi e colori (della Piccola Costumeria Cunegonda) ombre e suoni, ritmi, parole e gestualità (curate dal Regista Vania Castelfranchi) che sottolineano ed amplificano il panico crescente nella vita di un Personaggio succube delle molte ingiustizie fisiche e mentali che subisce, che si è costruito e che esso stesso alimenta ed amplifica in un parossismo di panico e desiderio di rivolta. La narrazione segue un ritmo crescente, un climax di eventi che dipingono la vicenda e rendono il pubblico testimone e complice. L’obiettivo è quello di generare nelle menti dello spettatore quel sapore amaro del potere kafkiano e della trappola mentale ad esso connesso, tra paure, omertà, timori, ingenuità, paranoie e semplici piccolezze e debolezze umane.
Regia di Vania Castelfranchi,Drammaturgia originale, liberamente ispirata ai testi di Franz Kafka, di Vania Castelfranchi, Matteo Paino e Claudia MarsicoProduzione del Teatro Ygramul e della Compagnia La Crisalyde
Scene ed oggetti di Domenico Latronico Costumi Valentina Cunegonda Greco, Cunegonda – la piccola costumeria
Interprete Matteo Paino